mercoledì 25 giugno 2008

PORTONOVO

Gioiello del Parco regionale del Monte Conero e da quest'anno Bandiera Blu, Portonovo si distende in un contesto naturale ancora intatto, laddove la macchia mediterranea arriva a toccare l'acqua cristallina del mare. L'arenile, formato da una frana staccatasi da Pian Grande in epoca remota, risplende dei bianchi ciottoli di pietra del Conero, levigati continuamente dalle onde. Due laghetti salmastri, intorno ai quali orbitano numerose leggende, arricchiscono un ambiente unico, divenuto in parte Riserva naturale.

STORIA E ARTE
Il territorio di Portonovo, parte integrante del Conero, un monte abitato fin dalla preistoria, ne segue le sorti: piceno, dorico, romano, bizantino, pontificio, francese, e infine, italiano. Una traccia unica della vita monastica che contraddistingue questa zona nel medioevo, con eremiti alla ricerca di silenzio e solitudine, è l'incantevole chiesetta di S. Maria, capolavoro romanico (XI sec.). Lungo la sua spiaggia, punto d'approdo e predaggio di navi turche, si incontrano significative testimonianze storiche: la torre di Guardia eretta nel '700 a difesa dei pirati, e il Fortino napoleonico, baluardo militare ora adibito ad albergo.

DA VISITARE
Santa Maria di Portonovo Incastonata nel verde della macchia mediterranea e lambita dal bleu dell'Adriatico, la Chiesa di Santa Maria di Portonovo, eretta in candida pietra del Conero, gioiello di architettura romanica, con caratteristiche che fondono la croce greca con le forme della basilica latina, sta a ricordarci che nel 1034 fu edificato, in questo splendido luogo, un Monastero. La comunità dei Monaci estese la propria influenza in una vasta area al di là dei Castelli di Poggio, Camerano, Sirolo e Numana ....Fortino Napoleonico Nel 1808 il vicerè del Regno Italico Eugenio Behauharnais fece costruire, nella baia di Portonovo, una fortezza per impedire l'approdo alle navi inglesi. Fu realizzata utilizzando anche il materiale recuperato dalle rovine del Monastero e della torre campanaria annessi alla Chiesa di Santa Maria. Dopo un periodo di abbandono e rovina é stato ricostruito, nel rispetto dell'antica pianta,ed oggi é una prestigiosa struttura turistica. Su richiesta può essere visitato ....Torre di guardia Nel 1716 Papa Clemente XI fece costruire, a Portonovo, la torre di guardia, edificio a pianta quadrata, un manufatto che ricalca fattezze quattrocentesche, realizzato in pietra del Conero e in laterizio, provvisto di copertura utile all'appostamento con le armi da fuoco. Il presidio serviva ad avvistare ed impedire le scorribande di pirati e contrabbandieri. Divenuto rifugio del poeta anconitano Adolfo De Bosis, frequentato anche da Gabriele D'Annuzio, oggi appartiene ai suoi eredi, é centro di iniziative culturali.

http://www.parcodelconero.eu
http://www.conero.it/portonovo.php3

SIROLO

Sirolo è una delle località più affascinanti della regione con grazioso centro medioevale. Ha una posizione pittoresca a picco sul mare. La piccola città è nel mezzo del Conero. I Greci, che sono stati i primi "turisti", trovarono tutto quello che stavano cercando in questa montagna che sembrava emergere dal mare: un posto sicuro per ormeggiare e riparare le barche in baie silenziose e solitarie e una riserva naturale ricca di fauna. Attualmente è sede del Parco regionale e per accedere alle sue piccole ed incantevoli spiagge si attraversa un suggestivo bosco. Durante il periodo estivo si svolge una rassegna teatrale che si tiene in una vecchia cava trasformata in arena.Questo piccolo paesino è molto raffinato, con residenti estivi illustri. Una caratteristica piazzetta-belvedere, la Chiesa del SS. Sacramento (con un bel rilievo quattrocentesco nel piccolo portale), la visita alla Grotta Urbani (in barca) e quella alle Due Sorelle, lontane parenti dei più famosi Faraglioni capresi, rappresentano le mete più tradizionali.Cenni storici: Trae le sue origini da epoche remotissime che recenti ritrovamenti archeologici datano ad oltre centomila anni fa. La tradizione vuole che il nome derivi da Sirio, condottiero medioevale cui fu donato il luogo dove fu eretto il castello da Belisario, dopo la vittoria sui Goti del 560. L’area era già abitata, in epoca romana, come dipendenza del municipio di Umana. Intorno all’XI secolo venne fortificato dalla famiglia dei Cortesi.Monumenti: Abbazia di San Pietro al Conero, Chiesa della Madonna del Rosario, Chiesa di San Nicolò, mura medioevali e Torrione, Teatro Cortesi, Villa Vetta Marina, stradine dell'antico centro storico.A Sirolo ospitalità in: hotel, agriturismi, b&b, affittacamere, camping. casa vacanze e residence.

NATURA E PAESAGGIO
Spiagge selvagge, rupi scoscese, grotte, bianche rocce ricoperte di pinete che s'affacciano su acque trasparenti e profonde, rendono Sirolo la meta ideale per chi è alla ricerca di una natura ancora incontaminata. Il paese, soleggiato e ventoso, disposto fra un mare pescoso e ondulate colline coltivate a grano, vite e ulivo, è protetto a nord dal verde promontorio del Cònero. Dalla terrazza della piazzetta si apprezza il carattere forte di un paesaggio fatto di pietra e aperture improvvise, bilanciato dalle dolci marine del litorale sud, inquadrabile fino a Porto Recanati. Da dieci anni Bandiera blu si vanta delle sue famose Due sorelle.

http://www.conero.it
http://www.emmeti.it/Welcome/Marche/Sirolo/index.it.html

NUMANA

Numana costituisce una delle più particolari cittadine del Medio Adriatico. Dalle falde del Monte Conero, Numana si snoda lungo viuzze ripide e cariche di storia, per poi protendersi nel caratteristico e arioso porticciolo.
Gli abitanti dividono la cittadina in due rioni: Numana Alta e Numana Bassa. La prima rappresenta la porzione più antica, con le case di calcare bianco, i vicoli stretti della zona della “Torre”, il palazzo vescovile, oggi sede del Municipio, che si affaccia sulla Piazza del Santuario giustapposta alla moderna chiesa dove è custodito il SS. Crocifisso di Numana, opera tra le più enigmatiche e belle della cultura cristiana.
Numana Bassa, è, per così dire, la zona più giovane. Qui ritroviamo il porticciolo turistico, uno dei più attrezzati in Italia per la nautica da diporto, nonché vari stabilimenti balneari. La cittadina si è sviluppata anche a ridosso delle colline prospicienti. Qui le zone degli Svarchi e del Villaggio Taunus, offrono la possibilità di soggiorni all’insegna della tranquillità. Proseguendo dal porticciolo verso Sud troviamo la frazione di Marcelli, la zona più moderna, dove si svolge la vita più frenetica delle notti numanesi, ricca di strutture turistiche e ritrovi.
Ecco così che Numana risulta essere una giusta amalgama di antico e moderno. Le bellezze storiche di monumenti e chiese si integrano con quelle naturali di spiagge, scogli e sentieri nei boschi, in una cornice che coniuga, con equilibrio, natura selvaggia e conforts moderni.
Le esigenze del visitatore e del turista possono essere così pienamente soddisfatte dalle strutture di Numana, che pertanto la rendono uno dei centri turistici più suggestivi dell’Adriatico.


CENNI STORICI
L’origine di Numana risale ad epoche remote, ed è pertanto appropriato l’appellativo di “vetustissima” (in latino antichissima) che le è stato dato in passato.
Già nel VI – V secolo A.C. Numana risultava essere un importantissimo emporio commerciale del mondo greco. Al suo porto affluivano prodotti provenienti dalla Grecia e destinati alle regioni del Nord e di tutto il Piceno.
Con la conquista del Piceno, da parte dei romani, la città cadde in servitù, mantenendo comunque una certa importanza nel mondo di allora.
I secoli del Medioevo vedono la lenta e inarrestabile decadenza di Numana, che passa da floridissimo centro commerciale, incluso fra le città della pentapoli marittima, a borgo di pescatori. Della sua storia travagliata è da ricordare il terremoto del 558, che fece sprofondare in mare gran parte dell’abitato.
E’ agli inizi del ‘900 che Numana viene riscoperta dai nobili romani che ne fanno la loro “dimora estiva”.
Da questo momento inizia la “risalita” che porterà la città ad essere una delle mete turistiche più prestigiose dell’Adriatico.


CHIESE DA VISITARE
Il Santuariodel S. Crocifisso
Il Santuario fu costruito tra il 1561 e 1566. Nell' ottobre dello stesso anno il Crocifisso fu trasferito nel nuovo Santuario, con imponenti festeggiamenti.
Il Santuario, a forma rettangolare misurava 20 m. di larghezza e 22 m. di altezza. Nell'interno le strutture erano disposte a croce greca. La Cappella destinata ad accogliere il Crocifisso era ornata di marmi preziosi.
Nel corso degli anni la costruzione subì delle modifiche, nella parte superiore vennero apportati degli ampliamenti, per soddisfare le esigenze abitative del Priore.Con l'andare degli anni il tempio, per ragioni strutturali divenne pericolante; qualsiasi riparazione sarebbe stata vana l'unica via che rimaneva da seguire era la ricostruzione che iniziò nel corso dell'anno 1967.
Il nuovo Santuario venne inaugurato il 6 Luglio 1969.


Il S.S. Crocifissodi Numana
La tradizione più diffusa è certamente quella che indica il Crocifisso come opera eseguita da coloro che deposero dalla croce e diedero sepoltura al corpo di Cristo.
Il Crocifisso, una volta terminato, venne custodito nell'abitazione di un ebreo ma non passò molto tempo che fu scoperto e danneggiato.
Carlo Magno, Imperatore del Sacro Romano Impero, venuto a conoscenza di alcuni prodigi del Crocifisso, decise di donarlo a Papa Leone III.
Durante il trasporto del Crocifisso, all'altezza dell'allora imponente porto di Numana, una furiosa tempesta costrinse l'Imperatore ed il suo seguito ad approdare e a lasciare la reliquia presso la Chiesa di S. Giovanni Battista. L'Imperatore nel frattempo, per urgenti ragioni diplomatiche fu costretto portarsi in Lombardia e successivamente in Francia dove nell'anno 814 d.C. morì.
Il Crocifisso, dopo la sua morte, rimase a Numana dimenticato dai suoi successori.
Nell'anno 846 d.C. Numana fu funestata da movimenti tellurici di notevole entità, che distrussero gran parte delle abitazioni ed anche la Chiesa di S. Giovanni.
Nel 1294 alcuni pescatori Numanesi trovarono in mare il Crocifisso e, una volta liberato dai detriti che lo ricoprivano, venne portato in una cappella risparmiata dal terremoto in prossimità delle mura di cinta del paese, all'altezza degli attuali resti della "Torre" e lì vi rimase sino al 1566.
A causa della decadenza di Numana, e per la floridezza del vicino castello di Sirolo dove i pellegrini trovavano ospitalità, il Crocifisso fu chiamato “di Sirolo” mentre in precedenza, come si rileva da alcuni documenti, era detto “Crocifisso di Numana”.


PRODOTTI TIPICI
Dicono che il pesce è tra i migliori al mondo: merito dei fondali, del mare più salato, della presenza di specie uniche, della coltivazione biologica di cozze, che qui chiamiano moscioli, dal sapore delicato ed unico.
La fortuna di una terra dal clima mite, distesa tra colline e mare, si percepisce anche nei suoi prodotti: dal pesce di scoglio al pesce azzurro, dalle coltivazioni biologiche alle lavorazioni uniche e rinomate in tutto il mondo.
Nell’aria e sulla tavola, i profumi mediterranei della lavanda, della ginestra, del pino, della mentuccia e del finocchio selvatico.
Prodotti naturali e gustosi che non richiedono per essere apprezzati di complessa preparazione. Ma in questa terra, a fianco al piacere di riscoprire piatti tradizionali dai sapori autentici, potrete soddisfare la vostra curiosità di piatti e abbinamenti nuovi e sorprendenti, sulla scìa di giovani chef che hanno voluto innovare la cucina senza dimenticare le proprie origini.
La collina si fa apprezzare per i suoi prodotti naturali, per la qualità dei suoi vini ed in particolare del Rosso Cònero, tra i migliori rossi al mondo, ed il vicino Verdicchio bianco dal profumo intenso e amarognolo.
Il brodetto è una delle tante ricette di zuppa di pesce delle Marche. Ancora oggi viene preparata come anni fa, con ben tredici specie di pesce tutte dell’Adriatico. Potete scegliere piatti elaborati ma non dimenticherete mai il gusto avvincente che vi offre una bella grigliata, anche di soli sardoncini, da mangiare rigorosamente a scottadito.
Dai vincisgrassi, variante marchigiana delle lasagne, al pollo in potacchio e coniglio in porchetta, con il profumato finocchio selvatico, alle ottime grigliate, lasciatevi sedurre da questa cucina naturale senza segreti.

http://www.turismonumana.it/index.htm

GRADARA

STORIA
La roccaforte di Gradara
La roccaforte di Gradara si erge su un colle (142 m sul livello del mare) al confine tra Marche e Romagna in posizione strategica e dominante.
A tutti quelli che la raggiungono piace rievocare il tempo antico mentre si compie il giro sulle merlate mura e si supera il ponte levatoio e si incontra l'elegante cortile. Le sale interne ricordano gli splendori delle potenti famiglie che qui hanno governato: Malatesta, Sforza e Della Rovere.
La costruzione ebbe inizio attorno all'XII secolo per volontà di Pietro e Ridolfo De Grifo che usurparono la zona al comune di Pesaro. Nella prima metà del XIII secolo, Malatesta da Verucchio detto il Centenario, aiutato dal papato, si impossessò della torre dei De Grifo e ne fece il mastio della attuale Rocca.
Non è noto il nome del geniale architetto che ne diresse i lavori ma si notano interessantissimi particolari (le tre torri poligonali coperte ed abbassate al livello dei cammini di ronda) che avranno larga attuazione solo nella seconda metà del XV secolo. Ricordiamo inoltre la doppia cinta muraria ed i tre ponti levatoi che resero pressoché inespugnabile la possente Rocca malatestiana.


Il borgo di Gradara
Il piccolo paese di Gradara è raccolto fra prima e la seconda cinta di mura.Dopo il potere dei Malatesta e la tragedia di Paolo e Francesca che qui si consumò nel settembre 1289, arrivarono gli Sforza.
Nel 1494, appena quattordicenne, arriva Lucrezia Borgia, seconda moglie di Giovanni Sforza. La giovinetta, che ci viene sempre descritta come perversa e corrotta era in realtà una gaia fanciulla dai capelli d'oro e dagli occhi azzurri che subiva l'influenza del padre: il terribile Papa, Alessandro VI Borgia.Il genitore obbligava la giovane figlia a lasciare il precedente marito ed a sposarne di nuovi per i suoi loschi intrighi.
Gli sposi che non volevano lasciare Lucrezia finivano, come sappiamo, per essere avvelenati.Infatti nel 1497, per volere del Papa, fu sciolto il matrimonio con Giovanni Sforza e quest'ultimo ebbe salva la vita perché accetto di firmare un documento in cui ammetteva (falsamente) di essere impotente. Dopo un breve periodo di dominazione del fratello di Lucrezia, Cesare Borgia detto il Valentino, arrivarono i della Rovere.
Era salito al soglio pontificio Giulio II e questi mise a governare Gradara il nipote Francesco Maria II.
Dopo la morte di Livia Farnese, vedova del Della Rovere,
la Rocca venne amministrata dal papato che la concesse in enfiteusi al conte Santinelli, poi agli Omodei di Pesaro, quindi agli Albani ed infine, nella seconda metà del 1700 al marchese Mosca di Pesaro. Egli si occupò amorevolmente della costruzione ed alla sua morte volle essere sepolto nella chiesa parrocchiale di S.Giovanni Battista situata entro la seconda cita di mura.
La Rocca divenne proprietà comunale e questi nel 1877 la cedette al conte Morandi Bonacossi di Lugo. Nel 1920 l'Ing. Umberto Zanvettori di Belluno, ma residente a Roma, la comperò per tre milioni di lire e nelle sue abili mani essa rinacque! Chiamò collaboratori di fama quali gli architetti Ferrari e Giovannoni. Così con un preciso e delicato restauro si collegò a quello compiuto quattro secoli prima da Giovanni Sforza.

http://www.gradara.org/index.php

SARNANO

Sarnano è un Comune della Provincia di Macerata da cui dista 38 Km, è riconosciuta stazione climatica, di cura e di soggiorno nonché centro di sports invernali con tante peculiarità dal punto di vista storico, artistico e soprattutto ambientale. Il centro abitato è diviso con evidenza tra l’antico borgo medievale ottimamente restaurato e ben conservato, posto su una collina e la nuova cittadina, in espansione sulla collina opposta. L’altezza sul livello del mare è di 539 metri, ed il territorio comunale esteso per ben 64 kmq vanta altitudine diversa dai 400 metri della frazione Schito fino ai quasi 2000 di Castel Manardo. Il numero degli abitanti è di 3400 circa, con incrementi evidentissimi nelle varie stagioni turistiche che si condensano in un'unica stagione turistica (estiva: luglio e agosto; termale: la mezza stagione; invernale: da Natale a marzo) e dura quasi un anno. Importante la storia del paese che ha segnato momenti esaltanti ed ha lasciato un patrimonio unico per le Marche, come la Biblioteca che unitamente alla Pinacoteca può vantare reperti di assoluta rarità e pregevolezza. Importanti sono i ricordi lasciati da personaggi illustri tra i quali spicca in assoluto San Francesco che ha vissuto alcuni giorni sul territorio dimorando a Roccabruna e Soffiano ed incontrando i Brunforte a Campanotico. Molteplici sono i beni naturali di cui dispone il territorio come le fresche e salutari acque minerali, il territorio ricco di boschi e di corsi d'acqua, le montagne generose di sentieri panoramici e di versanti acclivi per potervi svolgere nelle stagioni appropriate le molteplici attività di sports invernali. A ciò si aggiunga la possibilità di visitare località di notevole interesse artistico, storico, culturale e religioso situate nel circondario, escursioni in ambienti naturali particolarmente suggestivi: come ad esempio al Lago di Pilato, alle Gole dell'Infernaccio e alle grotte di Frasassi.

IL CENTRO STORICO - Un centro diventato libero comune nel 1265, caratterizzato architettonicamente da piccoli edifici arroccati attorno ai beni dei poteri di quell'epoca: la chiesa di S.Maria di Piazza, il palazzo del Popolo, il palazzo del Podestà ed il palazzo dei Priori. Piccoli edifici ma di grande importanza storica, come la biblioteca francescana, tramandataci dai padri Filippini, assolutamente di grande pregio per tutte le Marche. Importanti sono le chiese e gli edifici pubblici come la sede comunale (ex Convento di San Francesco) con l'attigua chiesa dedicata proprio a quel Santo che divise con i Sarnanesi del 1214-15 circa un breve periodo di soggiorno. Il cotto è l'elemento caratterizzante e predominante del paese; e solo con tale materiale fu edificato l'antico borgo: dalle murature portanti alle coperture con volte, dalle colonne ai pilastri, capitelli e lesene, dalla pavimentazione esterna dell'intero abitato a tutti quegli elementi decorativi necessari per dare a questa architettura la semplicità e la purezza del calore umano. Della nostra epoca sono invece i sapienti interventi di restauro e di conservazione, in perfetta armonia con la bellezza delle strutture esistenti.


L'ARTE - Nella Piazza Alta del paese s'innalza la chiesa di S.Maria Assunta, edificata nella seconda metà del sec. XIII, sovrastata da un massiccio campanile. La facciata è abbellita da un bel portale di pietra bianca riccamente scolpito nella cui lunetta è raffigurato il Transito della Madonna All'interno diverse opere di notevole pregio come la Madonna degli Angeli di Lorenzo D' Alessandro (1483) e una Crocifissione di Girolamo di Giovanni (sec.XV). Oltre alla chiesa, si affacciano sulla piazza anche altri edifici pubblici: il Palazzo del Popolo, trasformato nel 1831 in Teatro, il Palazzo dei Priori ed il Palazzo dei Podestà. Poco più in basso, la chiesa di San Francesco del sec. XIV, rimaneggiata. Accanto la Pinacoteca che conserva opere di eccezionale interesse tra le quali la Madonna con Bambino ed Angeli di Vittore Crivelli. Inoltre dipinti di significativi rappresentanti della pittura marchigiana, quali Stefano Folchetti "Crocefissione" sec. XVI, Simone De Magistris "Ultima Cena" sec. XVII e Vincenzo Pagani del quale si conservano cinque magnifiche tavole del sec. XVII.

MUSEI - Particolare interesse storico-culturale suscitano il Museo delle Armi Antiche e Moderne, il Museo dell'Avifauna e Flora degli Appennini, il Museo del Martello.

LE TERME E LE ACQUE MINERALI - Tutto il territorio di Sarnano è costellato di sorgenti naturali dalle caratteristiche molto varie come la S.Giacomo (acqua oligominerale bicarbonato calcica), la Castellane (oligominerale Tre Santi), la Malavolpe (magnesiaca), la Terro (acqua sulfurea, la Sassetto e la Borghetti (ferrose); acque minerali terapeutiche attive in molte patologie. Il microclima dei monti Sibillini, la rarità delle sue acque, la gestione curata da personale specializzato fanno delle Terme di Sarnano un caso unico di sviluppo compatibile.

http://www.sarnano.com/

PORTO SAN GIORGIO

CENNI STORICI
Porto San Giorgio, ridente cittadina rivierasca, sorse come scalo marittimo della vicina Fermo. Strabone, storico greco del 1° sec. a.C., la nomina nella sua Geografia (lib. V):
"Le città del Piceno sono Ancona, Osimo, San Severino, Potenza, Fermo e il suo porto cioè il castello, Cupra ecc.".
A sua volta Plinio il vecchio, scrittore latino, comandante della flotta romana, morto nell’eruzione del Vesuvio (79 d.C.) nella sua Naturali Historia (II, 13) lo designa come "castello dei Fermani": Castellum Firmanorum.
Era tanta la sua importanza, che è nominato nell’Itinerario dell’Imperatore Antonino, risalente al sec. III d. C. e nella Tabula Pentingeriana, antichissima carta geografica dell’epoca imperiale romana. Vi figura col nome di Castello Firmani.
Nei documenti medievali compare col nome di Portus Firmi (Porto di Fermo, o Portus S. Georgei). E’ indicato nei portolani e nelle carte nautiche antiche come scalo marittimo di primaria importanza.
Centro dei traffici marittimi dell’entroterra e di Fermo da e per Venezia, fece si che tra questa città e fermo si stabilisse un’amichevole alleanza.
Venezia, che mirava al dominio dell’Adriatico, vedeva in Ancona la sua rivale potenziale e cercava di isolarla, stabilendo intense relazioni commerciali con le città costiere. Di qui l’amicizia con Fermo.
Dopo la calata dei barbari e le conseguenti distruzioni, si stabilirono nella zona alcuni pescatori che diedero vita ad un centro abitato, che nel 1164 passò al capitolo dei Canonici del Duomo di Fermo.
Questo possesso è confermato con diploma di Federico Barbarossa del 1164. Dal 1260 i Canonici cedono detto castello al Comune di Fermo.
L’amicizia con Venezia aumentava sempre più. Nel sec. XIII ben due podestà fermani, Ranieri Zeno e Lorenzo Tiepolo divennero dogi di Venezia: il primo dal 21 gennaio 1253 al 7 luglio 1268; il secondo dal 15 luglio 1268 al 15 agosto 1275. Quest’ultimo giunse a Venezia prelevato a Porto San Giorgio da quattro galee veneziane che lo portarono in trionfo alla città lagunare per assumere l’importante carica. Anche da dogi i due mantennero solide relazioni di amicizia con Fermo rafforzando quei legami e quell’alleanza economica, sancita nel 1260 con un trattato di commercio tra le due città.
Lorenzo Tiepolo, mentre era podestà di Fermo, fece erigere a Porto San Giorgio la rocca che da lui prese il nome Rocca Tiepolo, baluardo possente e poderoso contro incursioni dal mare e sentinella vigile della potenza e giurisdizione fermana sulla costa che si estendeva dal fiume Potenza al fiume Tronto. Ciò in virtù di un privilegio di Ottone IV imperatore, del 1 dic. 1211; privilegio confermato da Papa Onorio III (1216 - 1227) quindi da Federico II a mezzo del suo vicario Rodolfo di Castiglione (1242). Successivamente nel 1248, anche il cardinale Ranieri, del titolo di Santa Maria in Cosmedin, conferma tali diritti (Arch. di Stato Fermo Perg. 1101).

Ovviamente, Fermo esercitava questa giurisdizione attraverso il suo scalo marittimo cioè Porto San Giorgio. Lo Stato Fermano possedeva è vero, altri porti, c’erano infatti, oltre al porto di S. Giorgio, quello di San Benedetto, quello di Grottammare, di Porto Sant’Elpidio, Civitanova ecc. Alcuni erano dei semplici attracchi, mentre i più sicuri erano Porto San Giorgio e Grottammare. Ecco perchè nel 1255 in un trattato commerciale stipulato con la città di Termoli, Fermo stabiliva che le navi provenienti da tale città dovevano attraccare e sbarcare le merci soltanto nel porto di San Giorgio e in quello di Grottammare. Nisi in gruptis et in Portu Sancti Georgi.
Sono note le incursioni turche sulle coste dell’Italia, specie nel settore Adriatico, per cui Fermo decise di cingere Porto San Giorgio di mura castellane; tale cinta verrà ampliata e rafforzata nel 1362 da Giovanni Visconti d’Oleggio, Signore di Ferno (1297 - 1366).
Ancor oggi si scorgono i tratti della cinta muraria come gli archi a sesto acuto che facevano parte dell’antico impianto portuale.
Porto San Giorgio partecipava con i numerosi castelli dell’antico Stato di Fermo alla Cavalcata che aveva luogo a Fermo ogni 15 agosto. Questa è una manifestazione risalente a prima del 1182 ( di tale anno è il primo documento ufficiale). Porto San Giorgio sfilava in testa al corteo multicolore, tra il rullo dei tamburi, il clamore delle chiarine, gli sfarzosi e festosi paludamenti dei magistrati, la selva dei vessilli ed orifiammi. Ma nel 1490, durante tale manifestazione, mentre i sangiorgesi si trovavano a Fermo, duecento fermani, capeggiati da Antonio Trovatelli irruppero nel palazzo del Vicario di Porto San Giorgio, asportando libri e documenti.
Nel 1538 hanno luogo alcune tensioni tra Porto San Giorgio e Fermo, tensioni che ogni tanto rifaranno capolino come nel 1620 e nel 1711.
Nel 1504 vengono pubblicati a stampa a Venezia gli Statuti di Fermo dove tra l’altro sono elencati i castelli dipendenti, divisi in maggiori mediocri e piccoli. Porto San Giorgio figura tra i mediocri. In detti statuti si parla delle mura castellane e degli archi (a cui si è accennato) che si protendevano verso il mare.
La rocca Tiepolo assolveva sempre alla sua mansione di vedetta e sentinella avanzata di Fermo sul litorale; con la sua mole costituiva un monitor a chiunque volesse attentare alla potenza ed alla grandezza di Fermo e del suo Porto.

Significativi i distici che si leggono sul portone di ingresso alla fortezza, distici che da secoli scandiscono al turista ed al visitatore la sua vicenda storica:
"Oh città di Fermo, io ti conservo sicura la spiaggia, fatta per te chiusura del porto e protezione delle navi. Dal martire San Giorgio prendo il nome che da buon augurio.
Quest’opera è stata fatta a guardia del castello e della palizzata del porto, nell’anno del signore 1267, al tempo in cui il veneto Lorenzo Tiepolo, progenie del Doge Jacopo, governò la città di Fermo, attraverso prosperi eventi"
Dal 1550 per 125 anni, Fermo, Porto San Giorgio e l’intero stato sono governati dal cardinale Nepote o dal parente più prossimo del Papa regnante e ciò conferisce notevole stabilità nella gestione della cosa pubblica.
Nel 1741 - 1743 la Congregazione Fermana, stabilisce che Porto San Giorgio sia considerata un castello distinto da Fermo e nel 1782 il Governo Pontificio concede al Conte Luigi Salvadori Paleotti il possesso enfiteutico sui relitti del mare, dal Tenna all’Ete al Fosso di San Biagio. In seguito, grazie all’opera di Luigi Paleotti junior, si ha l’attuazione di una grandiosa opera di bonifica, (I relitti del mare altro non erano che estensioni di spiaggia creatasi in seguito al ritiro del mare). Nel 1749 Porto San Giorgio è alternativamente invaso e occupato da truppe spagnole e truppe tedesche. E’ il periodo della guerra di successione. L’Arcivescovo del tempo card. Alessandro Borgia deve faticare non poco per placare le ire e le vendette del Conte Christian Lobkowitz, il quale minaccia rappresaglie per non aver trovato viveri per le sue truppe dirette verso il Regno di Napoli.
Nel 1798, il 28 novembre, nella pianura tra Porto San Giorgio e Marina Palmense, ha luogo una battaglia tra i Francesi ed i Cispadani comandati dal Generale Micheroux, con la vittoria dei primi.
Nel 1810 sono istituite due scuole pubbliche: una inferiore, una superiore e nel 1817 viene edificato il Teatro Comunale (progettista Giuseppe Lucatelli). In tale teatro reciterà nel 1874 Eleonora Duse allora quindicenne e negli anni ‘30 vi saranno rappresentate tutte le commedie di Dario Niccodemi, sotto la regia del conte Francesco Bernetti Evangelista.

Nel 1857 passa Pio IX (il 16 e 18 maggio) accolto ed ossequiato dalla magistratura di Fermo e nel 1860 (l’11 ottobre alle ore 10) Vittorio Emanuele II, diretto verso il sud. La commissione municipale di Fermo aveva preparato un ricevimento a villa Pelagallo.

Ma avendo il re appreso che nè il conte nè la contessa ospitanti erano presenti, non accetta l’invito e si dirige a Grottammare, dove sosta a villa Laureati, dall’11 al 15 ottobre ricevendo qui una commissione partenopea che gli offre la corona del Regno di Napoli.

Gabriele Dannunzio, allora giovane poeta e Maria D’Ardouin dei duchi di Gallese, il 28 luglio 1883 sono qui a trascorrere la loro luna di miele. In un violentissimo fortunale del 1896, Pietro Uva, sangiorgese, salva la vita ad un intero equipaggio. L’anno dopo si inaugurano l’acquedotto e la statua della Democrazia, tuttora esistente nel largo antistante la Piazzetta della Chiesa di S. Giorgio, opera di Alfonso Bernardini.


IL LUOGO IDEALE PER UNA VACANZA
Cuore del litorale piceno, Porto San Giorgio si offre ai visitatori come una moderna località turistica che riesce a coniugare la sua ampia e qualificata gamma di servizi con una dimensione ancora a misura d'uomo.Porto San Giorgio vanta un porto turistico - peschereccio d'eccellenza. E' tra i più grandi dell'adriatico ed uno dei più moderni ed attrezzati d'Europa, con 140.000 mq di specchio acqueo, 900 posti barca per imbarcazioni fino a 300 metri ed una vasta area portuale destinata alla pesca. Per la qualità dei servizi e degli impianti, la struttura portuale è stata più volte insignita della bandiera blu della Comunità Europea, grazie anche alla balneabilità delle acque che la circondano.Porto San Giorgio rappresenta la sintesi ideale di tradizione e modernità. Nel corso degli anni è riuscita a potenziare e migliorare la sua offerta turistica mantenendo, al tempo stesso, quella qualità di vita che la rende, ancora oggi, il luogo ideale per una vacanza o un semplice soggiorno. Una città di mare, dove la modernità delle strutture ricettive si sposa magnificamente con la tradizione della gastronomia e di una ospitalità di antiche consuetudini, dove il suono ed i colori di eventi artistici d'avanguardia si stemperano nelle calme acque marine, dove la storia si respira lungo i vecchi vicoli marinari e si assapora il presente tra le luci e gli odori dei negozi del centro, dei locali, delle trattorie...Il lungo ed ampio litorale sabbioso, che di giorno culla i turisti nel suo caldo abbraccio di relax, si anima al tramonto di musica, spettacoli ed eventi...Ma Porto San Giorgio non è sinonimo soltanto di "estate". La città è ricca di proposte e idee per tutto l'anno, con la sua stagione teatrale, i concerti, le tipicità gastronomiche, il suo "mare di Natale", in inverno, e la sua "finestra sull'estate", a primavera, in un continuo e stimolante susseguirsi di interessanti scoperte...

DA VEDERE
La Rocca Tiepolo (1276), alta e imponente, svolgeva un'importante funzione di sentinella contro gli attacchi alla cittadina di Fermo ed a Porto San Giorgio che provenivano dal mare. Da visitare anche la Chiesa del Suffragio.Fermo e il fermanoAccompagneremo il turista a contemplare le due terrazze sul mare di Capodarco e Torre di Palme e le Pievi di campagna, gioielli immersi nel verde e nell’oro dei campi coltivati della zona di Altidona, Lapedona, Monterubbiano e Ponzano di Fermo.Tra Tenna e ChientiNella zona tra i fiumi Tenna e Chienti è possibile ammirare i due splendidi esempi di architettura romanica di santa Maria a Piè di Chienti e di san Claudio al Chienti, le opere di Lorenzo Lotto a Mogliano e Monte San Giusto e quelle dei crivelleschi conservate nella pinacoteca parrocchiale di Corridonia. L’alta valle del TennaQuesta zona è caratterizzata non solo dalle chiese rurali di Falerone, Belmonte Piceno, Monteleone di Fermo e S. Elpidio Morico, testimonianze della devozione contadina, ma anche dai verdi paesaggi sibillini e da paesi ricchi di storia ed arte come Santa Vittoria in Matenano, Montefalcone Appennino, Monte San Martino, Montefortino con il Santuario della Madonna dell’Ambro e Amandola con l’Abbazia dei SS. Ruffino e Vitale. Una particolare attenzione sarà rivolta ai prodotti dell’artigianato locale e alla loro produzione. La capacità di realizzare manualmente oggetti di uso comune si sta lentamente perdendo, ed è importante che si cerchi di perpetuarne la memoria. Accompagnando i turisti presso i laboratori degli artigiani sarà possibile per loro vedere come si cuce una scarpa, l’intreccio del vimini o della paglia per fare i cappelli, la tessitura, come si produce il formaggio, la cottura e la lavorazione a mano del pane, la spremitura delle olive, la lavorazione del ferro battuto o l’arte del ricamo. In tal modo si cercherà di stimolare il gusto per le tradizioni che stiamo lentamente perdendo e di far assaggiare i genuini sapori della nostra terra con degustazioni di alimenti tipici e pranzi o cene capaci di esprimere la ricchezza della cucina marchigiana.

http://www.comune.porto-san-giorgio.ap.it
http://tuttomare.evolutiontravel.net/cgi-twaypub_e/schedam.cgi?tpo=M&cdo=SIXLYRIUHHGR&aid=adm

LORETO

STORIA
Questa località è situata nelle Marche e fa parte della provincia di Ancona. Si colloca su una collina, a circa 130 mt. di altezza s.l.m., a dominio del mare, e conta circa 12.000 abitanti.La storia della città si intreccia con quella della Basilica dedicata alla Madonna, dove, secondo la leggenda, ella nacque e visse.Secondo la leggenda infatti, quando Nazareth stava per essere conquistata, un gruppo di angeli prese la Santa Casa e la portò in volo, in una sola notte, a Loreto. Per questo la Madonna di Loreto è venerata anche come patrona degli aviatori.

COSA VISITARE
Fin da lontano Loreto si mostra come città in forma di Santuario: con bastioni e mura cinquecentesche, nato attorno al santuario della Casa di Nazareth, secondo la trdizione traslata in queste terre dagli angeli nel 1294. Divenuto in poco tempo centro di culto e pellegrinaggio il paese si andò sviluppando soprattutto dal 1469, con la costruzione della basilica-fortezza, voluta per difendere i muri della Santa Casa. Il cuore della città, in cui si concentra il nostro itinerario è piazza della Madonna. Parcheggiata l'auto fuori dalle mura castellane, vi si può accedere da Corso Boccalini, da Via Sisto V oppure da Porta Marina. Abbellita da una seicentesca fontana, la piazza è chiusa a est dall'imponente basilica: l'edificio, fra il tardo gotico e il rinascimentale, richiede un'accurata visita. Al suo interno, proprio sotto la grandiosa cupola, si trova la Santa Casa in cui Maria ricevette l'annunciazione dall'Angelo. Protetta esternamente da un rivestimento marmoreo progettato dal Bramante, conserva al suo interno la Madonnina nera con la tradizionale dalmatica. Al santuario e alla basilica hanno lavorato insigni artisti: Baccio Pontelli, Andrea Sansovino, Giuliano da Sangallo, Luca Signorelli, il Pomarancio, Luigi Vanvitelli, Melozzo da Forlì. Si consiglia inoltre di non perdere il Museo-Pinacoteca, che raccoglie otto tele di Lorenzo Lotto, un'importante collezione di ceramiche da farmacia e vari cimeli. Il museo ò ospitato nel Palazzo Apostolico, l'edificio che delimita piazza della Madonna a nord - ovest. La visita della città può proseguire con una passeggiata fra i negozi di corso Boccalini; meritano infine uno sguardo le absidi da piazzale Loreto e il panorama da piazza Giovanni XXIII.

http://www.conero.it/itin_loreto.php3
http://www.paesionline.it

SENIGALLIA

TRA MARE E CULTURA
C’è chi punta sul naturismo, chi rispolvera improbabili legami con personaggi storici, chi si inventa manifestazioni ad effetto. La cosa bella di Senigallia , invece, è che non ha bisogno di puntare su di un solo elemento per essere ricordata e per accaparrarsi una solida fetta di mercato. E’ come una pietanza così ricca e nutriente che sarebbe impossibile ricondurre ad un solo ingrediente principale. Certo, si potrebbe parlare della bellezza del suo litorale , della sua spiaggia accogliente e del suo mare pulito . Tuttavia fermarsi a questo dato significherebbe non rendere giustizia agli altri tratti del volto della nostra città, non meno attraenti e suggestivi. Significherebbe dimenticare lo splendore delle nostre piazze e monumenti , la vocazione all’ accoglienza della nostra gente, la ricchezza dei musei , l’eccellenza della nostra tavola . In una parola, vorrebbe dire non dare conto fino in fondo della qualità della vita all’ombra della Rotonda, che è invece uno degli aspetti salienti della vacanza "made in Senigallia". Ed allora se proprio dovessimo dare un consiglio ai turisti che sceglieranno la spiaggia di velluto come meta per le proprie vacanze, raccomanderemmo loro di non imporsi tempi troppo stringenti. Perché la vacanza a Senigallia va assaporata lentamente, in compagnia delle persone più care e facendosi avvolgere dai suoi colori morbidi, come durante una passseggiata in riva al mare verso il tramonto. Ed allora sì che sarà davvero una vacanza da favola .



DA VISITARE
Principali monumenti della città di Senigallia
ROCCA ROVERESCA Fulcro delle difese a mare, l’attuale edificio è il risultato della sovrapposizione di strutture difensive succedutesi nei secoli. Nella sua attuale configurazione fu voluta da Giovanni Della Rovere che utilizzò i grandi architetti di Federico da Montefeltro, Luciano Laurana e Baccio Pontelli.

PALAZZO DEL DUCA Progettato per Guidubaldo II intorno alla metà del secolo XVI da Girolamo e Bartolomeo Genga, il palazzo è impreziosito al suo interno dallo splendido soffitto a cassettoni dipinto da Taddeo Zuccari.

PALAZZETTO BAVIERA Fu eretto per volontà di Giovanni Giacomo Baviera contemporaneamente alla Rocca. All’interno si ammirano splendidi stucchi risalenti al 1590, opera del celebre plastificatore urbinate Federico Brandani.

PIAZZA ROMA Vi prospetta il seicentesco Palazzo del Governo. La Piazza è arricchita dalla fontana del Nettuno, familiarmente chiamata dai senigalliesi Monco in piazza.

FORO ANNONARIO Armoniosa struttura neoclassica in laterizio a pianta circolare, il Foro Annonario è stato costruito nel 1834 su disegno dell’architetto Pietro Ghinelli. Sede storica del mercato cittadino, il Foro diventa d’estate il suggestivo scenario di spettacoli e concerti.

PORTICI ERCOLANI Costeggiano la riva destra del Misa con una suggestiva sequenza di centoventisei arcate in pietra d’Istria. Vennero costruiti per accogliere i tanti mercanti che giungevano in città in luglio in occasione della celebre fiera franca della Maddalena.


CHIESA DELLA CROCE La chiesa si presenta all’esterno con sobri caratteri di stile tardo rinascimentale, in contrasto con lo sfarzoso interno barocco. Visitandola si può ammirare la celebre Deposizione di Federico Barocci.

CHIESA E CONVENTO SANTA MARIA DELLE GRAZIE Poco fuori città sorge il complesso conventuale disegnato da Baccio Pontelli su commissione di Giovanni Della Rovere. La chiesa venne invece completata più tardi nel 1684. Al suo interno da segnalare una Madonna e Santi, splendida tavola del Perugino, databile intorno al 1490.

ROTONDA A MARE La Rotonda a mare è il simbolo turistico della città sin dal 1933, anno della sua apertura. Suggestivo ritrovo dei villeggianti d'elite durante la stagione balneare, è stata restituita ai suoi antichi splendori nel luglio 2006. Con la sua originale forma "a conchiglia", è un magico luogo d'incontro di impareggiabile qualità scenografica.


PRODOTTI TIPICI
Senigallia, città di mare , trova le sue radici gastronomiche nel pescato quotidiano dell’Adriatico: alici, sardine, sgombri, suri, triglie, moscardini, seppie, sogliole, pannocchie, cefali, vongole, cozze. La grigliata e il fritto misto dell’Adriatico sono i due piatti di tradizione marinara sempre presenti sulla tavola senigalliese. La grigliata deve essere rigorosamente “sa la mollica”, ovverosia con pane grattugiato insaporito con aglio e prezzemolo fresco. Nel fritto misto non possono mai mancare le zanchette, i guattoli, la parazzola. Suntuoso e ormai abbastanza raro da trovare il brodetto senigalliese . La vera ricetta dei “portolotti” prevede l’utilizzo di 13 diversi tipi di pesce, lentamente cucinati con soffritto di cipolla, pomodoro (meglio il concentrato di pomodoro), aceto. Il brodetto è ormai presente in pochi ristoranti e, comunque, sempre su prenotazione. Sia la grigliata che il fritto misto dell’Adriatico non possono che non essere accompagnati dai “bianchi” delle colline prospicienti Senigallia: il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Bianchello del Metauro . Saporita e naturale la “cucina di terra”. Tra i piatti della tradizione contadina, in estate è una vera sorpresa scoprire l’ oca arrosto e, per il pranzo di Natale, la salsiccia matta , ormai prodotta su ordinazione solamente da alcune macellerie del centro storico. A Senigallia è possibile apprezzare anche una gustosissima porchetta lentamente cotta al forno a legna e insaporita con finocchio selvatico. Per la porchetta si raccomanda un buon bicchiere di Lacrima di Morro d’Alba , il rosso delle nostre colline, mentre per gli arrosti di carne il vino consigliato è il Rosso Conero , un prezioso Montepulciano impregnato con la salsedine dell’Adriatico. E’ tipica della tradizione senigalliese la pizza con il formaggio che, in passato, veniva preparata per le festività pasquali. E’ il trionfo del formaggio pecorino: grattugiato quello secco, a pezzetti quello fresco. Il dolce della tradizione, a tavola, è il ciambellone . A Natale è abitudine accompagnare questo dolce con il vino di visciole , una bevanda dolce preparata con visciole macerate in zucchero e vino rosso (generalmente Sangiovese). Durante il periodo della vendemmia tutti i forni della città preparano le ciambelle con il mosto , profumate all’anice. Senigallia ha anche una lunga tradizione olearia. Le colline prospicienti il mare sono infatti particolarmente vocate per la coltivazione dell’ulivo, da cui si ricava un apprezzatissimo olio monovarietale Raggia proposto da diversi piccoli produttori locali. Negli ultimi anni si è dato avvio ad un importante progetto di valorizzazione del salame di Frattula , un prodotto di filiera con un rigido disciplinare che prevede esclusivamente l’utilizzo di suini allevati all’aperto su una ristretta area a nord della provincia di Ancona, comprendente anche una porzione del comune di Senigallia (Scapezzano e Roncitelli). Senigallia riserva un’attenzione particolare anche alla filiera del pane, dalla semina fino alla sua produzione e commercializzazione. Il “ Pangallo ” è una importante esperienza di valorizzazione della filiera locale. Prodotto con grani coltivati a Senigallia e in Comuni limitrofi e lavorato in molini a pietra ancora attivi nel nostro territorio, il “Pangallo” viene prodotto artigianalmente da fornai di Senigallia e distribuito in diversi punti vendita della città. Un esempio virtuoso che premia il lavoro svolto da quanti hanno creduto su “ Pane Nostrum ”, la più importante manifestazione italiana di valorizzazione del pane che si svolge - ogni anno – nel terzo week-end di settembre. Da oltre venti anni opera a Senigallia la cooperativa “ La Terra e Cielo ”, una delle più importanti realtà nazionali nel settore dell’agricoltura biologica. Sono famose anche all’estero le premiatissime paste realizzate con il grano duro a coltivazione biologica delle colline senigalliesi.


http://www.comune.senigallia.an.it

URBINO

Il centro storico di Urbino fa parte del patrimonio Unesco. Il posto più rinomato e visitato è il Palazzo Ducale, definito dal critico e storico Sir Kenneth Clark come “la più bella casa di tutto il Rinascimento”.Il Palazzo, eretto nel 1465 sotto la commissione del duca Federico, ospita la Galleria Nazionale delle Marche, una collezione di alcune fra le maggiori opere d’arte a livello nazionale: all’interno si possono ammirare oltre ai lavori del pittore locale, Federico Barocci, degli affreschi eseguiti dai maggiori artisti italiani, quali Raffaello, Piero della Francesca e Tiziano. La pregevolissima facciata-arcata del Palazzo, detta dei Torricini, è dedicata a Federico di Montefeltro.Un incantevole giardino (il Cortile d'Onore) introduce il turista nel Palazzo. Nelle vicinanze del Palazzo Ducale, si può visitare il Duomo, che prese il posto della neo-classica Chiesa Rinascimentale di Giorgio Martini, distrutta nel 1789 da un terremoto.E poi ancora l'Oratorio di San Giovanni, la cui facciata e’ decorata con splendidi affreschi che raffigurano la vita di San Giovanni il Battista e la crocefissione di Gesù Cristo , la Fortezza Albornoz, dalla quale si puo’ ammirare un fantastico panorama, ed infine la casa natale di Raffaello dove possono essere osservate le famose tavolozze e gli strumenti di lavoro suoi e del padre, Giovanni Santi. L’unico lavoro di Raffaello presente nella sua casa-museo e’ il dipinto della Madonna con Bambino. Di una bellezza coinvolgente è Piazza Rinascimento, con il suo obelisco egiziano, datato 1737. Rileviamo poi la pittoresca chiesa gotica di San Domenico, e Corso Garibaldi, con il suo enorme porticato che va a sfociare in un giardino pubblico, il Pincio, di grande impatto scenografico. Altri posti di interesse storico sono il raffinato Orto Botanico dell'Università di Urbino, uno degli atenei più conosciuti in Italia e la Chiesa di San Bernardino, a 2 km da Urbino, che accoglie le tombe dei membri della famiglia Montefeltro.

http://www.adorohotels.com/Italia-Marche-Urbino-monumenti.html

MACERATA

STORIA E TURISMO MACERATA
Capoluogo di Provincia-Regione Marche, è a 315 m. s.l.m. e conta circa 43.000 abitanti. Patrono: San Giuliano (31 agosto)
La città di Macerata sorge sulle dolci colline marchigiane e il clima è freddo d’inverno ed afoso d’estate; la visita alla città è consigliata in primavera ed in autunno, quando le temperature sono miti e le giornate fresche.
Macerata deve il suo nome da “maceriae”, cioè i materiali recuperati dall’antica città “Helvia Ricina” distrutta nel VI secolo, ed usati per ricostruire la nuova città. Nel 1138 il centro si trasformò in libero comune, ed il primo palazzo del Comune fu costruito nel 1286. dopo che il governo cittadino ebbe stretto alleanze politiche con i potenti signori della zona, la città cadde sotto il
dominio della Chiesa.
Dopo secoli di pace e di
benessere, la città fu scossa dall’arrivo di Napoleone Bonaparte, che, prima di firmare il trattato di Tolentino , si stabilì a Macerata per un breve periodo.
Nel 1799 gli stessi Francesi saccheggiarono e distrussero la città; lo stesso episodio fu ripetuto ancora nel 1808. Nel 1860 si costituì ufficialmente la provincia di Macerata, che all’epoca era tornata sotto il dominio dello Stato della Chiesa.

DA VISITARE A MACERATA
I monumenti principali di Macerata sono situati nella centralissima piazza della Libertà: qui infatti possiamo ammirare lo splendido Palazzo del Comune e la rinascimentale Loggia dei Mercanti, costruita nel 1505 per ospitare il mercato della città. La piazza è chiusa dall’elegante Palazzo della Prefettura, edificato nel ‘500 per ospitare i legati pontifici. Sempre in Piazza della Libertà sorgono la Torre dell’Orologio (1485) ed il teatro Lauro Rossi, costruito nel 1767 su disegno di Antonio Bibiena.
Poco distante dalla piazza sorge uno degli edifici più conosciuti dell’intera città, il cosiddetto Sferisterio, un’arena (terminata nel 1829) che ospitava il gioco del pallone al
bracciale ed in seguito spettacolo di lirica e rappresentazioni teatrali.
Tra gli edifici religiosi vanno citati il settecentesco Duomo ed il Santuario della Madonna della Misericordia, edificato nella seconda metà del ‘700 sul luogo dove anticamente sorgeva una cappella votiva del ‘400. l’interno del Santuario è ricco di stucchi e di marmi pregiati, nonché di eleganti ferri battuti. Il progetto è del celebre architetto Luigi Vanvitelli (Reggia di Caserta).

CUCINA E VINI
Tra le preparazioni tipiche della cucina maceratese ricordiamo: i vincisgrassi (delle lasagne) e un insaccato di maiale chiamato ciaùsculu che è usato come un patè per la sua straordinaria pastosità. Altri piatti tipici sono la parmigiana di gobbi e la serpe, un dolce con mandorle e cioccolato. I
vini da sorseggiare in città sono: il Verdicchio di Matelica e lo spumante rosso Vernaccia di Serrapetrona.

http://www.paesionline.it/macerata/comune_macerata.asp

sabato 21 giugno 2008

Agriturismo Mare in Campagna


Una casa di campagna dove godere il sole, il mare e un' ambiente incontaminato. La casa, costruita all'inizio 1900, si trova vicino a Campofilone fra Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto. Campofilone immerso nelle verdi colline della regione Marche e famoso per i "maccheroncini".

venerdì 20 giugno 2008

B&B Tabart-Inn





Questo escusivo B & B Tabart Inn si trova nel Parco Nazionale dei Sibillini, un luogo tra i più belli nei percorsi turistici Marchigiani, ove trascorrere una tranquilla vacanza in un ambiente cordiale e signorile. Tabart Inn è sempre riservato esclusivamente ad una persona, o a una coppia, o a una famiglia o ad un gruppo di amici alla volta, a garanzia di una totale tranquillità e riservatezza.

Offre ai propri ospiti 1, 2 o 3 camere matrimoniali, 2 grandi bagni, 2 saloni e 2 ampi terrazzi e la possibilità dell'uso di uno studio con computer Apple, della lavanderia e del parcheggio.

Agriturismo Parva Domus


L'agriturismo e' situato in un angolo delle Marche piu' verdi, nel cuore dell'area di produzione del Verdicchio.

Agriturismo Ripabianca


Benvenuti all'Agriturismo di charme e Bed & Breakfast Ripabianca, nella nostra casa colonica dell'800 che offre uno splendido panorama. Siamo nelle Marche, a breve distanza da Jesi, in collina a pochi km dal mare. Le camere per gli ospiti sono arredate con mobili antichi ed ognuna ha una propria entrata indipendente.

L'area comune dispone di: una grande camera da pranzo con camino, divani e libreria; un giardino con piscina (10x6) che si affaccia sui campi coltivati e sul vigneto della nostra Azienda Agricola di 36 ettari.

Tutta la proprietà fa parte della Riserva Naturale gestita dal WWF, area protetta che si estende per 360 ettari.

In cucina mi occuperò personalmente, usando prodotti della nostra terra, di eseguire alcune tradizionali ricette di famiglia e piatti etnici appresi durante i miei amati viaggi.
Altre informazioni su: http://www.marcheintour.com/ita/agr_ripabianca.html

mercoledì 18 giugno 2008

Hotel Imperial San Benedetto del Tronto




Situato in posizione tranquilla a 150 metri dallo splendido lungomare di San Benedetto del Tronto, L’Hotel Imperial è un 4 stelle, aperto tutto l’anno, caratterizzato per l’eleganza e la cura degli ambienti sia interni, interamente climatizzati, che esterni: l’ampia sala soggiorno, la spaziosa sala ristorante, la grande veranda con servizio bar, affacciata sulla moderna piscina, con vasca anche per i più piccini ed i moderni lettini prendisole a disposizione, il giardino attrezzato con gazebo immersi nel verde e giochi per bambini, l’ampio parcheggio e la spiaggia privata. Il punto di forza della gestione della Famiglia Carboni, proprietaria dell’Hotel, è la cura particolare della ristorazione, a cominciare dalla ricca 1° colazione a buffet, servita a bordo piscina, per arrivare al ristorante, dove i nostri ospiti, oltre a poter scegliere ogni giorno tra proposte di menù molto ampie e diversificate, troveranno sempre un assortito buffet di verdure ed un golosissimo tavolo dei dessert.

Link diretto: http://www.hotelimperial.it/

martedì 3 giugno 2008

Azienda Agrituristica Fiorano


L'agriturismo Fiorano e' situato a Cossignano (320 s.l.m.) tra le splendide colline picene, a 15 km dal mare Adriatico e da numerosi centri d'arte e naturalistici. Il casale di fine'‘700, e' stato di recente sapientemente ristrutturato in bioarchitettura. Il trattamento di ospitalita' prevede la formula B&B con abbondante colazione a base di prodotti interni e su ordinazione è possibile degustare piatti della tradizione locale.

Agriturismo Dolci Marche



Il nostro agriturismo "DOLCI MARCHE" è situato nel centro Italia ed esattamente nella regione Marche, in provincia di Ascoli Piceno, a 15 minuti d'auto dalle spiagge del mare Adriatico e dai monti dell'Appennino.
Siamo a 250 metri di altitudine, nella verde campagna di Montalto delle Marche che, amorevolmente coltivata, produce vino, olio, cereali, frutta, ortaggi.
Nella villa dei nostri antenati, offriamo appartamenti indipendenti a chi ama la vita rurale e la campagna con la sua gente cordiale e gentile, a chi vuole conoscere le Marche, a chi desidera una casa per vacanze dolci e rilassanti.

domenica 1 giugno 2008

Agriturismo L'Olmo di Casigliano


L’azienda agrituristica si estende in zona collinare, a circa 600 m. s.l.m.. Dal centro aziendale si gode una buona veduta panoramica sulla campagna circostante. Il complesso agrituristico e' una tipica costruzione di casa colonica rurale degli anni ‘20 completamente ristrutturata pur mantenendo intatte le caratteristiche architettoniche
Vedi dettagli...
http://www.marcheintour.com/ita/agr_olmo_casigliano.html

Agriturismo Elisei


Agriturismo Elisei di Gualdo

In un tipico complesso rurale del XVI secolo, completamente restaurato nel rispetto dello stile originario locale, l’agriturismo “Elisei” offre il meglio dell’ospitalità in camere ed appartamenti.

Sorge in collina, in aperta campagna, in quell’angolo delle Marche noto come “Terra delle Armonie”, immerso nel verde, con boschi e prati, fa parte di un circuito turistico “Paesaggi d’acqua”.
Gli ospiti hanno a disposizione un ampio giardino con piscina, e all’interno vi è una Spa da 6 posti e una sauna.