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mercoledì 25 gennaio 2012

HOTEL IL BRIGANTINO - Scheda Struttura - Marcheintour.it - vacanze nelle marche - hotel, agriturismo, b&b, appartamento, prodotti tipici

Un San Valentino esclusivo, unico e irripetibile ,un mare di coccole in un ambiente romantico all’Hotel Brigantino, direttamente sul mare. Coccolarsi nella nuovissima SPA, offerta ad uso esclusivo, per sorprendere il proprio amore nel giorno dedicato agli innamorati...

domenica 10 agosto 2008

Spiagge affollate solo nel weekend,

L'estate degli ombrelloni liberi. Rischia di essere questo il ricordo di una stagione che - avvertono gli operatori del settore balneare - nei primi due mesi ha registrato circa un milione di presenze in meno sulle spiagge. Meno gente, dunque, ma non solo. Chi c'è, spende meno e si ferma pochi giorni.

Riccardo Borgo, Presidente del S.I.B., Sindacato Italiano Balneari che associa circa 10.000 imprese, attribuisce al Friuli i risultati migliori, alle Marche quelli peggiori: "Per quanto riguarda i turisti stranieri riscontriamo un maggiore flusso di quelli provenienti dai Paesi dell'Est: Russi e Polacchi in testa, ma anche Austriaci, Inglesi, Spagnoli, Svedesi, Norvegesi e Cinesi, in calo i Francesi ma soprattutto gli Americani forse a causa del dollaro debole rispetto all'euro. Leggi tutto l'articolo http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?NewsID=84683

Che ne pensate?

mercoledì 25 giugno 2008

PORTONOVO

Gioiello del Parco regionale del Monte Conero e da quest'anno Bandiera Blu, Portonovo si distende in un contesto naturale ancora intatto, laddove la macchia mediterranea arriva a toccare l'acqua cristallina del mare. L'arenile, formato da una frana staccatasi da Pian Grande in epoca remota, risplende dei bianchi ciottoli di pietra del Conero, levigati continuamente dalle onde. Due laghetti salmastri, intorno ai quali orbitano numerose leggende, arricchiscono un ambiente unico, divenuto in parte Riserva naturale.

STORIA E ARTE
Il territorio di Portonovo, parte integrante del Conero, un monte abitato fin dalla preistoria, ne segue le sorti: piceno, dorico, romano, bizantino, pontificio, francese, e infine, italiano. Una traccia unica della vita monastica che contraddistingue questa zona nel medioevo, con eremiti alla ricerca di silenzio e solitudine, è l'incantevole chiesetta di S. Maria, capolavoro romanico (XI sec.). Lungo la sua spiaggia, punto d'approdo e predaggio di navi turche, si incontrano significative testimonianze storiche: la torre di Guardia eretta nel '700 a difesa dei pirati, e il Fortino napoleonico, baluardo militare ora adibito ad albergo.

DA VISITARE
Santa Maria di Portonovo Incastonata nel verde della macchia mediterranea e lambita dal bleu dell'Adriatico, la Chiesa di Santa Maria di Portonovo, eretta in candida pietra del Conero, gioiello di architettura romanica, con caratteristiche che fondono la croce greca con le forme della basilica latina, sta a ricordarci che nel 1034 fu edificato, in questo splendido luogo, un Monastero. La comunità dei Monaci estese la propria influenza in una vasta area al di là dei Castelli di Poggio, Camerano, Sirolo e Numana ....Fortino Napoleonico Nel 1808 il vicerè del Regno Italico Eugenio Behauharnais fece costruire, nella baia di Portonovo, una fortezza per impedire l'approdo alle navi inglesi. Fu realizzata utilizzando anche il materiale recuperato dalle rovine del Monastero e della torre campanaria annessi alla Chiesa di Santa Maria. Dopo un periodo di abbandono e rovina é stato ricostruito, nel rispetto dell'antica pianta,ed oggi é una prestigiosa struttura turistica. Su richiesta può essere visitato ....Torre di guardia Nel 1716 Papa Clemente XI fece costruire, a Portonovo, la torre di guardia, edificio a pianta quadrata, un manufatto che ricalca fattezze quattrocentesche, realizzato in pietra del Conero e in laterizio, provvisto di copertura utile all'appostamento con le armi da fuoco. Il presidio serviva ad avvistare ed impedire le scorribande di pirati e contrabbandieri. Divenuto rifugio del poeta anconitano Adolfo De Bosis, frequentato anche da Gabriele D'Annuzio, oggi appartiene ai suoi eredi, é centro di iniziative culturali.

http://www.parcodelconero.eu
http://www.conero.it/portonovo.php3

SIROLO

Sirolo è una delle località più affascinanti della regione con grazioso centro medioevale. Ha una posizione pittoresca a picco sul mare. La piccola città è nel mezzo del Conero. I Greci, che sono stati i primi "turisti", trovarono tutto quello che stavano cercando in questa montagna che sembrava emergere dal mare: un posto sicuro per ormeggiare e riparare le barche in baie silenziose e solitarie e una riserva naturale ricca di fauna. Attualmente è sede del Parco regionale e per accedere alle sue piccole ed incantevoli spiagge si attraversa un suggestivo bosco. Durante il periodo estivo si svolge una rassegna teatrale che si tiene in una vecchia cava trasformata in arena.Questo piccolo paesino è molto raffinato, con residenti estivi illustri. Una caratteristica piazzetta-belvedere, la Chiesa del SS. Sacramento (con un bel rilievo quattrocentesco nel piccolo portale), la visita alla Grotta Urbani (in barca) e quella alle Due Sorelle, lontane parenti dei più famosi Faraglioni capresi, rappresentano le mete più tradizionali.Cenni storici: Trae le sue origini da epoche remotissime che recenti ritrovamenti archeologici datano ad oltre centomila anni fa. La tradizione vuole che il nome derivi da Sirio, condottiero medioevale cui fu donato il luogo dove fu eretto il castello da Belisario, dopo la vittoria sui Goti del 560. L’area era già abitata, in epoca romana, come dipendenza del municipio di Umana. Intorno all’XI secolo venne fortificato dalla famiglia dei Cortesi.Monumenti: Abbazia di San Pietro al Conero, Chiesa della Madonna del Rosario, Chiesa di San Nicolò, mura medioevali e Torrione, Teatro Cortesi, Villa Vetta Marina, stradine dell'antico centro storico.A Sirolo ospitalità in: hotel, agriturismi, b&b, affittacamere, camping. casa vacanze e residence.

NATURA E PAESAGGIO
Spiagge selvagge, rupi scoscese, grotte, bianche rocce ricoperte di pinete che s'affacciano su acque trasparenti e profonde, rendono Sirolo la meta ideale per chi è alla ricerca di una natura ancora incontaminata. Il paese, soleggiato e ventoso, disposto fra un mare pescoso e ondulate colline coltivate a grano, vite e ulivo, è protetto a nord dal verde promontorio del Cònero. Dalla terrazza della piazzetta si apprezza il carattere forte di un paesaggio fatto di pietra e aperture improvvise, bilanciato dalle dolci marine del litorale sud, inquadrabile fino a Porto Recanati. Da dieci anni Bandiera blu si vanta delle sue famose Due sorelle.

http://www.conero.it
http://www.emmeti.it/Welcome/Marche/Sirolo/index.it.html

NUMANA

Numana costituisce una delle più particolari cittadine del Medio Adriatico. Dalle falde del Monte Conero, Numana si snoda lungo viuzze ripide e cariche di storia, per poi protendersi nel caratteristico e arioso porticciolo.
Gli abitanti dividono la cittadina in due rioni: Numana Alta e Numana Bassa. La prima rappresenta la porzione più antica, con le case di calcare bianco, i vicoli stretti della zona della “Torre”, il palazzo vescovile, oggi sede del Municipio, che si affaccia sulla Piazza del Santuario giustapposta alla moderna chiesa dove è custodito il SS. Crocifisso di Numana, opera tra le più enigmatiche e belle della cultura cristiana.
Numana Bassa, è, per così dire, la zona più giovane. Qui ritroviamo il porticciolo turistico, uno dei più attrezzati in Italia per la nautica da diporto, nonché vari stabilimenti balneari. La cittadina si è sviluppata anche a ridosso delle colline prospicienti. Qui le zone degli Svarchi e del Villaggio Taunus, offrono la possibilità di soggiorni all’insegna della tranquillità. Proseguendo dal porticciolo verso Sud troviamo la frazione di Marcelli, la zona più moderna, dove si svolge la vita più frenetica delle notti numanesi, ricca di strutture turistiche e ritrovi.
Ecco così che Numana risulta essere una giusta amalgama di antico e moderno. Le bellezze storiche di monumenti e chiese si integrano con quelle naturali di spiagge, scogli e sentieri nei boschi, in una cornice che coniuga, con equilibrio, natura selvaggia e conforts moderni.
Le esigenze del visitatore e del turista possono essere così pienamente soddisfatte dalle strutture di Numana, che pertanto la rendono uno dei centri turistici più suggestivi dell’Adriatico.


CENNI STORICI
L’origine di Numana risale ad epoche remote, ed è pertanto appropriato l’appellativo di “vetustissima” (in latino antichissima) che le è stato dato in passato.
Già nel VI – V secolo A.C. Numana risultava essere un importantissimo emporio commerciale del mondo greco. Al suo porto affluivano prodotti provenienti dalla Grecia e destinati alle regioni del Nord e di tutto il Piceno.
Con la conquista del Piceno, da parte dei romani, la città cadde in servitù, mantenendo comunque una certa importanza nel mondo di allora.
I secoli del Medioevo vedono la lenta e inarrestabile decadenza di Numana, che passa da floridissimo centro commerciale, incluso fra le città della pentapoli marittima, a borgo di pescatori. Della sua storia travagliata è da ricordare il terremoto del 558, che fece sprofondare in mare gran parte dell’abitato.
E’ agli inizi del ‘900 che Numana viene riscoperta dai nobili romani che ne fanno la loro “dimora estiva”.
Da questo momento inizia la “risalita” che porterà la città ad essere una delle mete turistiche più prestigiose dell’Adriatico.


CHIESE DA VISITARE
Il Santuariodel S. Crocifisso
Il Santuario fu costruito tra il 1561 e 1566. Nell' ottobre dello stesso anno il Crocifisso fu trasferito nel nuovo Santuario, con imponenti festeggiamenti.
Il Santuario, a forma rettangolare misurava 20 m. di larghezza e 22 m. di altezza. Nell'interno le strutture erano disposte a croce greca. La Cappella destinata ad accogliere il Crocifisso era ornata di marmi preziosi.
Nel corso degli anni la costruzione subì delle modifiche, nella parte superiore vennero apportati degli ampliamenti, per soddisfare le esigenze abitative del Priore.Con l'andare degli anni il tempio, per ragioni strutturali divenne pericolante; qualsiasi riparazione sarebbe stata vana l'unica via che rimaneva da seguire era la ricostruzione che iniziò nel corso dell'anno 1967.
Il nuovo Santuario venne inaugurato il 6 Luglio 1969.


Il S.S. Crocifissodi Numana
La tradizione più diffusa è certamente quella che indica il Crocifisso come opera eseguita da coloro che deposero dalla croce e diedero sepoltura al corpo di Cristo.
Il Crocifisso, una volta terminato, venne custodito nell'abitazione di un ebreo ma non passò molto tempo che fu scoperto e danneggiato.
Carlo Magno, Imperatore del Sacro Romano Impero, venuto a conoscenza di alcuni prodigi del Crocifisso, decise di donarlo a Papa Leone III.
Durante il trasporto del Crocifisso, all'altezza dell'allora imponente porto di Numana, una furiosa tempesta costrinse l'Imperatore ed il suo seguito ad approdare e a lasciare la reliquia presso la Chiesa di S. Giovanni Battista. L'Imperatore nel frattempo, per urgenti ragioni diplomatiche fu costretto portarsi in Lombardia e successivamente in Francia dove nell'anno 814 d.C. morì.
Il Crocifisso, dopo la sua morte, rimase a Numana dimenticato dai suoi successori.
Nell'anno 846 d.C. Numana fu funestata da movimenti tellurici di notevole entità, che distrussero gran parte delle abitazioni ed anche la Chiesa di S. Giovanni.
Nel 1294 alcuni pescatori Numanesi trovarono in mare il Crocifisso e, una volta liberato dai detriti che lo ricoprivano, venne portato in una cappella risparmiata dal terremoto in prossimità delle mura di cinta del paese, all'altezza degli attuali resti della "Torre" e lì vi rimase sino al 1566.
A causa della decadenza di Numana, e per la floridezza del vicino castello di Sirolo dove i pellegrini trovavano ospitalità, il Crocifisso fu chiamato “di Sirolo” mentre in precedenza, come si rileva da alcuni documenti, era detto “Crocifisso di Numana”.


PRODOTTI TIPICI
Dicono che il pesce è tra i migliori al mondo: merito dei fondali, del mare più salato, della presenza di specie uniche, della coltivazione biologica di cozze, che qui chiamiano moscioli, dal sapore delicato ed unico.
La fortuna di una terra dal clima mite, distesa tra colline e mare, si percepisce anche nei suoi prodotti: dal pesce di scoglio al pesce azzurro, dalle coltivazioni biologiche alle lavorazioni uniche e rinomate in tutto il mondo.
Nell’aria e sulla tavola, i profumi mediterranei della lavanda, della ginestra, del pino, della mentuccia e del finocchio selvatico.
Prodotti naturali e gustosi che non richiedono per essere apprezzati di complessa preparazione. Ma in questa terra, a fianco al piacere di riscoprire piatti tradizionali dai sapori autentici, potrete soddisfare la vostra curiosità di piatti e abbinamenti nuovi e sorprendenti, sulla scìa di giovani chef che hanno voluto innovare la cucina senza dimenticare le proprie origini.
La collina si fa apprezzare per i suoi prodotti naturali, per la qualità dei suoi vini ed in particolare del Rosso Cònero, tra i migliori rossi al mondo, ed il vicino Verdicchio bianco dal profumo intenso e amarognolo.
Il brodetto è una delle tante ricette di zuppa di pesce delle Marche. Ancora oggi viene preparata come anni fa, con ben tredici specie di pesce tutte dell’Adriatico. Potete scegliere piatti elaborati ma non dimenticherete mai il gusto avvincente che vi offre una bella grigliata, anche di soli sardoncini, da mangiare rigorosamente a scottadito.
Dai vincisgrassi, variante marchigiana delle lasagne, al pollo in potacchio e coniglio in porchetta, con il profumato finocchio selvatico, alle ottime grigliate, lasciatevi sedurre da questa cucina naturale senza segreti.

http://www.turismonumana.it/index.htm

PORTO SAN GIORGIO

CENNI STORICI
Porto San Giorgio, ridente cittadina rivierasca, sorse come scalo marittimo della vicina Fermo. Strabone, storico greco del 1° sec. a.C., la nomina nella sua Geografia (lib. V):
"Le città del Piceno sono Ancona, Osimo, San Severino, Potenza, Fermo e il suo porto cioè il castello, Cupra ecc.".
A sua volta Plinio il vecchio, scrittore latino, comandante della flotta romana, morto nell’eruzione del Vesuvio (79 d.C.) nella sua Naturali Historia (II, 13) lo designa come "castello dei Fermani": Castellum Firmanorum.
Era tanta la sua importanza, che è nominato nell’Itinerario dell’Imperatore Antonino, risalente al sec. III d. C. e nella Tabula Pentingeriana, antichissima carta geografica dell’epoca imperiale romana. Vi figura col nome di Castello Firmani.
Nei documenti medievali compare col nome di Portus Firmi (Porto di Fermo, o Portus S. Georgei). E’ indicato nei portolani e nelle carte nautiche antiche come scalo marittimo di primaria importanza.
Centro dei traffici marittimi dell’entroterra e di Fermo da e per Venezia, fece si che tra questa città e fermo si stabilisse un’amichevole alleanza.
Venezia, che mirava al dominio dell’Adriatico, vedeva in Ancona la sua rivale potenziale e cercava di isolarla, stabilendo intense relazioni commerciali con le città costiere. Di qui l’amicizia con Fermo.
Dopo la calata dei barbari e le conseguenti distruzioni, si stabilirono nella zona alcuni pescatori che diedero vita ad un centro abitato, che nel 1164 passò al capitolo dei Canonici del Duomo di Fermo.
Questo possesso è confermato con diploma di Federico Barbarossa del 1164. Dal 1260 i Canonici cedono detto castello al Comune di Fermo.
L’amicizia con Venezia aumentava sempre più. Nel sec. XIII ben due podestà fermani, Ranieri Zeno e Lorenzo Tiepolo divennero dogi di Venezia: il primo dal 21 gennaio 1253 al 7 luglio 1268; il secondo dal 15 luglio 1268 al 15 agosto 1275. Quest’ultimo giunse a Venezia prelevato a Porto San Giorgio da quattro galee veneziane che lo portarono in trionfo alla città lagunare per assumere l’importante carica. Anche da dogi i due mantennero solide relazioni di amicizia con Fermo rafforzando quei legami e quell’alleanza economica, sancita nel 1260 con un trattato di commercio tra le due città.
Lorenzo Tiepolo, mentre era podestà di Fermo, fece erigere a Porto San Giorgio la rocca che da lui prese il nome Rocca Tiepolo, baluardo possente e poderoso contro incursioni dal mare e sentinella vigile della potenza e giurisdizione fermana sulla costa che si estendeva dal fiume Potenza al fiume Tronto. Ciò in virtù di un privilegio di Ottone IV imperatore, del 1 dic. 1211; privilegio confermato da Papa Onorio III (1216 - 1227) quindi da Federico II a mezzo del suo vicario Rodolfo di Castiglione (1242). Successivamente nel 1248, anche il cardinale Ranieri, del titolo di Santa Maria in Cosmedin, conferma tali diritti (Arch. di Stato Fermo Perg. 1101).

Ovviamente, Fermo esercitava questa giurisdizione attraverso il suo scalo marittimo cioè Porto San Giorgio. Lo Stato Fermano possedeva è vero, altri porti, c’erano infatti, oltre al porto di S. Giorgio, quello di San Benedetto, quello di Grottammare, di Porto Sant’Elpidio, Civitanova ecc. Alcuni erano dei semplici attracchi, mentre i più sicuri erano Porto San Giorgio e Grottammare. Ecco perchè nel 1255 in un trattato commerciale stipulato con la città di Termoli, Fermo stabiliva che le navi provenienti da tale città dovevano attraccare e sbarcare le merci soltanto nel porto di San Giorgio e in quello di Grottammare. Nisi in gruptis et in Portu Sancti Georgi.
Sono note le incursioni turche sulle coste dell’Italia, specie nel settore Adriatico, per cui Fermo decise di cingere Porto San Giorgio di mura castellane; tale cinta verrà ampliata e rafforzata nel 1362 da Giovanni Visconti d’Oleggio, Signore di Ferno (1297 - 1366).
Ancor oggi si scorgono i tratti della cinta muraria come gli archi a sesto acuto che facevano parte dell’antico impianto portuale.
Porto San Giorgio partecipava con i numerosi castelli dell’antico Stato di Fermo alla Cavalcata che aveva luogo a Fermo ogni 15 agosto. Questa è una manifestazione risalente a prima del 1182 ( di tale anno è il primo documento ufficiale). Porto San Giorgio sfilava in testa al corteo multicolore, tra il rullo dei tamburi, il clamore delle chiarine, gli sfarzosi e festosi paludamenti dei magistrati, la selva dei vessilli ed orifiammi. Ma nel 1490, durante tale manifestazione, mentre i sangiorgesi si trovavano a Fermo, duecento fermani, capeggiati da Antonio Trovatelli irruppero nel palazzo del Vicario di Porto San Giorgio, asportando libri e documenti.
Nel 1538 hanno luogo alcune tensioni tra Porto San Giorgio e Fermo, tensioni che ogni tanto rifaranno capolino come nel 1620 e nel 1711.
Nel 1504 vengono pubblicati a stampa a Venezia gli Statuti di Fermo dove tra l’altro sono elencati i castelli dipendenti, divisi in maggiori mediocri e piccoli. Porto San Giorgio figura tra i mediocri. In detti statuti si parla delle mura castellane e degli archi (a cui si è accennato) che si protendevano verso il mare.
La rocca Tiepolo assolveva sempre alla sua mansione di vedetta e sentinella avanzata di Fermo sul litorale; con la sua mole costituiva un monitor a chiunque volesse attentare alla potenza ed alla grandezza di Fermo e del suo Porto.

Significativi i distici che si leggono sul portone di ingresso alla fortezza, distici che da secoli scandiscono al turista ed al visitatore la sua vicenda storica:
"Oh città di Fermo, io ti conservo sicura la spiaggia, fatta per te chiusura del porto e protezione delle navi. Dal martire San Giorgio prendo il nome che da buon augurio.
Quest’opera è stata fatta a guardia del castello e della palizzata del porto, nell’anno del signore 1267, al tempo in cui il veneto Lorenzo Tiepolo, progenie del Doge Jacopo, governò la città di Fermo, attraverso prosperi eventi"
Dal 1550 per 125 anni, Fermo, Porto San Giorgio e l’intero stato sono governati dal cardinale Nepote o dal parente più prossimo del Papa regnante e ciò conferisce notevole stabilità nella gestione della cosa pubblica.
Nel 1741 - 1743 la Congregazione Fermana, stabilisce che Porto San Giorgio sia considerata un castello distinto da Fermo e nel 1782 il Governo Pontificio concede al Conte Luigi Salvadori Paleotti il possesso enfiteutico sui relitti del mare, dal Tenna all’Ete al Fosso di San Biagio. In seguito, grazie all’opera di Luigi Paleotti junior, si ha l’attuazione di una grandiosa opera di bonifica, (I relitti del mare altro non erano che estensioni di spiaggia creatasi in seguito al ritiro del mare). Nel 1749 Porto San Giorgio è alternativamente invaso e occupato da truppe spagnole e truppe tedesche. E’ il periodo della guerra di successione. L’Arcivescovo del tempo card. Alessandro Borgia deve faticare non poco per placare le ire e le vendette del Conte Christian Lobkowitz, il quale minaccia rappresaglie per non aver trovato viveri per le sue truppe dirette verso il Regno di Napoli.
Nel 1798, il 28 novembre, nella pianura tra Porto San Giorgio e Marina Palmense, ha luogo una battaglia tra i Francesi ed i Cispadani comandati dal Generale Micheroux, con la vittoria dei primi.
Nel 1810 sono istituite due scuole pubbliche: una inferiore, una superiore e nel 1817 viene edificato il Teatro Comunale (progettista Giuseppe Lucatelli). In tale teatro reciterà nel 1874 Eleonora Duse allora quindicenne e negli anni ‘30 vi saranno rappresentate tutte le commedie di Dario Niccodemi, sotto la regia del conte Francesco Bernetti Evangelista.

Nel 1857 passa Pio IX (il 16 e 18 maggio) accolto ed ossequiato dalla magistratura di Fermo e nel 1860 (l’11 ottobre alle ore 10) Vittorio Emanuele II, diretto verso il sud. La commissione municipale di Fermo aveva preparato un ricevimento a villa Pelagallo.

Ma avendo il re appreso che nè il conte nè la contessa ospitanti erano presenti, non accetta l’invito e si dirige a Grottammare, dove sosta a villa Laureati, dall’11 al 15 ottobre ricevendo qui una commissione partenopea che gli offre la corona del Regno di Napoli.

Gabriele Dannunzio, allora giovane poeta e Maria D’Ardouin dei duchi di Gallese, il 28 luglio 1883 sono qui a trascorrere la loro luna di miele. In un violentissimo fortunale del 1896, Pietro Uva, sangiorgese, salva la vita ad un intero equipaggio. L’anno dopo si inaugurano l’acquedotto e la statua della Democrazia, tuttora esistente nel largo antistante la Piazzetta della Chiesa di S. Giorgio, opera di Alfonso Bernardini.


IL LUOGO IDEALE PER UNA VACANZA
Cuore del litorale piceno, Porto San Giorgio si offre ai visitatori come una moderna località turistica che riesce a coniugare la sua ampia e qualificata gamma di servizi con una dimensione ancora a misura d'uomo.Porto San Giorgio vanta un porto turistico - peschereccio d'eccellenza. E' tra i più grandi dell'adriatico ed uno dei più moderni ed attrezzati d'Europa, con 140.000 mq di specchio acqueo, 900 posti barca per imbarcazioni fino a 300 metri ed una vasta area portuale destinata alla pesca. Per la qualità dei servizi e degli impianti, la struttura portuale è stata più volte insignita della bandiera blu della Comunità Europea, grazie anche alla balneabilità delle acque che la circondano.Porto San Giorgio rappresenta la sintesi ideale di tradizione e modernità. Nel corso degli anni è riuscita a potenziare e migliorare la sua offerta turistica mantenendo, al tempo stesso, quella qualità di vita che la rende, ancora oggi, il luogo ideale per una vacanza o un semplice soggiorno. Una città di mare, dove la modernità delle strutture ricettive si sposa magnificamente con la tradizione della gastronomia e di una ospitalità di antiche consuetudini, dove il suono ed i colori di eventi artistici d'avanguardia si stemperano nelle calme acque marine, dove la storia si respira lungo i vecchi vicoli marinari e si assapora il presente tra le luci e gli odori dei negozi del centro, dei locali, delle trattorie...Il lungo ed ampio litorale sabbioso, che di giorno culla i turisti nel suo caldo abbraccio di relax, si anima al tramonto di musica, spettacoli ed eventi...Ma Porto San Giorgio non è sinonimo soltanto di "estate". La città è ricca di proposte e idee per tutto l'anno, con la sua stagione teatrale, i concerti, le tipicità gastronomiche, il suo "mare di Natale", in inverno, e la sua "finestra sull'estate", a primavera, in un continuo e stimolante susseguirsi di interessanti scoperte...

DA VEDERE
La Rocca Tiepolo (1276), alta e imponente, svolgeva un'importante funzione di sentinella contro gli attacchi alla cittadina di Fermo ed a Porto San Giorgio che provenivano dal mare. Da visitare anche la Chiesa del Suffragio.Fermo e il fermanoAccompagneremo il turista a contemplare le due terrazze sul mare di Capodarco e Torre di Palme e le Pievi di campagna, gioielli immersi nel verde e nell’oro dei campi coltivati della zona di Altidona, Lapedona, Monterubbiano e Ponzano di Fermo.Tra Tenna e ChientiNella zona tra i fiumi Tenna e Chienti è possibile ammirare i due splendidi esempi di architettura romanica di santa Maria a Piè di Chienti e di san Claudio al Chienti, le opere di Lorenzo Lotto a Mogliano e Monte San Giusto e quelle dei crivelleschi conservate nella pinacoteca parrocchiale di Corridonia. L’alta valle del TennaQuesta zona è caratterizzata non solo dalle chiese rurali di Falerone, Belmonte Piceno, Monteleone di Fermo e S. Elpidio Morico, testimonianze della devozione contadina, ma anche dai verdi paesaggi sibillini e da paesi ricchi di storia ed arte come Santa Vittoria in Matenano, Montefalcone Appennino, Monte San Martino, Montefortino con il Santuario della Madonna dell’Ambro e Amandola con l’Abbazia dei SS. Ruffino e Vitale. Una particolare attenzione sarà rivolta ai prodotti dell’artigianato locale e alla loro produzione. La capacità di realizzare manualmente oggetti di uso comune si sta lentamente perdendo, ed è importante che si cerchi di perpetuarne la memoria. Accompagnando i turisti presso i laboratori degli artigiani sarà possibile per loro vedere come si cuce una scarpa, l’intreccio del vimini o della paglia per fare i cappelli, la tessitura, come si produce il formaggio, la cottura e la lavorazione a mano del pane, la spremitura delle olive, la lavorazione del ferro battuto o l’arte del ricamo. In tal modo si cercherà di stimolare il gusto per le tradizioni che stiamo lentamente perdendo e di far assaggiare i genuini sapori della nostra terra con degustazioni di alimenti tipici e pranzi o cene capaci di esprimere la ricchezza della cucina marchigiana.

http://www.comune.porto-san-giorgio.ap.it
http://tuttomare.evolutiontravel.net/cgi-twaypub_e/schedam.cgi?tpo=M&cdo=SIXLYRIUHHGR&aid=adm